“Tutto il sistema economico è fondato esclusivamente sul profitto. Il sistema nel quale viviamo si basa sulla materia e sui criteri con cui viene gestita. L’economia dovrebbe essere fondata sulle esigenze dell’uomo, dovrebbe esistere non per i criteri economici in sé, ma per l’uomo, per il benessere collettivo.“
(T. Terzani)
Introduzione
Nella società odierna la vita sembra ruotare esclusivamente attorno al lavoro, alla performance, alla produzione e al profitto.
Questo paradigma ha generato, e continua a generare, una falsa speranza, rappresentata da una vita migliore e più felice.
In verità, però, questo modus vivendi ha portato a maggiore infelicità e povertà, risultati del tutto opposti rispetto a quelli prefissati.
Analizzando i dati italiani degli ultimi dieci anni, infatti, si assiste a un aumento significativo dei casi di povertà. Secondo l’Istat, nel 2024 oltre 2,2 milioni di famiglie vivevano in condizioni di povertà assoluta, coinvolgendo quasi 6,2 milioni di individui pari al 10,3% della popolazione (contro 8,4% del 2023 e 8,3% del 2022), tra i più elevati dall’anno in cui si è iniziato a misurare l’indicatore in questione e il livello raggiunto di povertà relativa, sempre nel 2024, era del 13% (contro il 10,6% del 2023 e il 10,1 del 2022).
Questi dati suggeriscono che il sistema economico attuale (rectius, capitalismo), nella sua forma attuale, ha certamente fallito (almeno) in un aspetto: garantire il benessere collettivo.
Aspetto che si ritiene sia il più importante in ottica sociale, perché per dirla con Terzani “l’economia dovrebbe essere fondata sulle esigenze dell’uomo” e dovrebbe perseguire, appunto, il benessere collettivo.
Anche l’investitore Ray Dalio ha ipotizzato il fallimento del capitalismo e ha affermato che “secondo la maggior parte delle persone, il capitalismo così com’è non funziona più”.
In questo contesto, dunque, le teorie di Karl Marx esposte ne “Il Capitale”, tornano prepotentemente di attualità.
Marx e Il Capitale
Pubblicato nel 1867, “Il Capitale” è l’opera principale di Karl Marx, in cui analizza l’economia capitalistica e ne evidenzia le contraddizioni.
Marx sostiene che l’obiettivo del capitalismo è l’accumulazione di capitale, ossia ottenere un profitto superiore all’investimento iniziale attraverso la produzione e la vendita di merci. Le merci sono il risultato del lavoro umano, ma spesso vengono percepite come entità autonome, un fenomeno che definisce “feticismo delle merci”.
Le merci, inoltre, hanno un doppio valore:
– valore d’uso, che corrisponde alla capacità di soddisfare un bisogno e, quindi, alla sua utilità e
– valore di scambio (valore propriamente detto), che rappresenta invece la quantità di lavoro necessaria per produrlo.
Nel sistema capitalistico, anche la forza lavoro è una merce e, come tale, possiede anch’essa il doppio valore d’uso e di scambio. E il profitto, che Marx definisce plusvalore, è generato proprio dallo sfruttamento della forza lavoro in quanto merce.
In tale fattispecie, dunque, il valore d’uso della forza lavoro è rappresentato dalla capacità di lavorare, che permette di guadagnare il salario, mentre il valore di scambio corrisponde al salario ricevuto.
Il valore di scambio nel corso del tempo ha spazzato via il valore d’uso, che ha perso totalmente la propria importanza, diventando del tutto marginale.
Da qui i principali squilibri del sistema capitalistico:
1. per poter ottenere un maggior profitto, o plusvalore, occorre sfruttare maggiormente la forza lavoro: in questo caso, però non vi è un aumento salariale, ma al contrario i lavoratori ricevono un salario inferiore al valore che il loro lavoro aggiunge al prodotto finale. Questo squilibrio è alla base dello sfruttamento nel sistema capitalistico.
2. Con l’avanzamento tecnologico, il capitale investito in mezzi di produzione aumenta, mentre quello destinato ai salari diminuisce, portando a un inferiore impiego di operai (e, dunque, licenziamenti, disoccupazione, etc.).
Infine, secondo Marx il capitalismo è caratterizzato da una contraddizione interna: genera ciclicamente le proprie crisi economiche, che si ripresentano su scala sempre più grande, con effetti peggiori rispetto alle precedenti e soprattutto non possono essere eliminate nel sistema capitalistico.
Conclusioni
Concludendo, dunque, Marx aveva ragione?
Rispondere è assai complesso, considerando che, ad oggi, non esistono valide alternative al capitalismo.
Ma una riflessione è doverosa, e vi è da dire che sebbene il capitalismo abbia portato progresso e innovazione, l’attuale deriva focalizzata esclusivamente sul profitto sta causando disuguaglianze crescenti e insoddisfazione diffusa. Se non si interviene per riequilibrare il sistema, il rischio di un collasso sociale ed economico diventa sempre più concreto. Le riflessioni di Marx offrono spunti per ripensare un’economia più equa e centrata sul benessere umano.
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Sitografia
https://www.istat.it/comunicato-stampa/la-poverta-in-italia-anno-2023/
https://www.internazionale.it/magazine/t-schulz/2023/01/19/karl-marx-aveva-ragione
Bibliografia
Karl Marx, Antologia. Capitalismo, istruzioni per l’uso, Feltrinelli, 2015
Carlo Cafiero, Compendio del Capitale: il marxismo spiegato a tutti, Cogito Edizioni, 2019