Nel II secolo, un monaco buddista indiano, Nāgārjuna, scrisse un libro, La via di mezzo, ossia la ricerca della realtà attraverso la dualità fallace. Secondo l’indiano la realtà, il vuoto e il nirvana non esistono, non esiste nulla di quello che noi percepiamo, se non quando c’è relazione tra le cose. Le cose devono essere percepite da un’altra entità, per esistere. Non esiste neanche una fonte primaria da cui tutto è nato, proprio perché senza uno scambio, neppure la “divinità” esisterebbe. Non esiste, quindi, nulla in assoluto, ma solo relativamente a qualcos’altro. La fisica quantistica, quasi duemila anni dopo, dice che ogni cosa è correlata ad altro. Questo non ci deve spaventare perché è dal vuoto che nasce la bellezza, la spiritualità e l’amore. È la relazione che crea il tutto.
NĀGĀRJUNA, La via di mezzo, Libreria Editrice Psiche
CARLO ROVELLI, Helgoland, Adelphi, Milano 2020, pp. 150-153
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