Il buco nero sovverte il πάντα ῥεῖ di Eraclito: lì vige un tempo statico, è una singolarità, il Geworfanheit di Heidegger, gettante energia antientropica con curvatura negativa dello spaziotempo.
La superficie gravitazionale s’increspa in negativo, è un modello topologico inscritto, con i numeri immaginari, in varietà topologiche meglio in trivarietà: un modello spaziale dei buchi neri che si dispongono senza una stabile coessenzialità temporale e spaziale.
Lo status delle particelle ai confini degli eventi del buco nero, per Giacinto Plescia, è impermeabile a fenomeni di attraversamento quantico.
Si può parlare di un chiasma a stringa quantica e immaginaria di dimensioni prossime alla costante di Planck: un ipospazio, un tempo immaginario.
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