Senso della tenerezza

Premessa:

Alla luce di quanto espresso nel mio precedente articolo circa la condizione culturale della nostra epoca connessa ad una dilagante incapacità di sentire le cose nel profondo, dovuta ad un’eccessiva fretta e sporadicità nella valutazione del mondo circostante, vorrei invece esprimere qui il mio ‘’senso della tenerezza’’. Tenerezza, che come dice il termine stesso descrive una particolare propensione alla pazienza ed all’acume nei sentimenti, capaci così di penetrare l’istante rallentando il consumo del tempo, maneggiandolo con morbidezza, (soprattutto oggi, nel tempo del consumo) e dando modo all’esperienza di raggiungere il suo culmine emotivo ovvero quello che abbiamo definito lo speciale tempo della commozione, della pelle d’oca.

Ritengo perciò il sentimento della Tenerezza un sentimento fondamentale con cui riconnettersi oggi, come per altro ho sentito magistralmente citare dall’influencer culturale Edoardo Prati in una recente trasmissione televisiva, figura a cui riconosco grande merito e intraprendenza.

Qui troverete il mio personale significato per questa languida, ambigua eppure profondissima parola del sentimento umano.

Il mio senso della ‘’Tenerezza’’ (estratto da un libro a cui sto lavorando):

Indagando nel fisso ruolo degli elementi (soprattutto al loro disteso culmine notturno) cerchiamo d’attribuire un significato alle cose, un significato che possa tornarci utile, funzionale, rassicurante. Cerchiamo una verità, soventemente fingendola, pur di solleticare il vezzo del mistero e raggiungere una momentanea comodità filosofica.

Niente di più banale, questo lo sappiamo tutti.

Io, tuttavia, non ricerco comode verità, non ricerco la saggia sentenza che possa imbalsamare lo spirito: io cerco una volontà, io voglio una volontà (ovvio no? la volontà è tautologica. L’uomo volontario è quindi di pertinenza teologica).

La mia volontà intrattiene con la verità complessiva del mondo precisamente questo rapporto: Io sono l’arco, il mio cuore la freccia, la verità l’orizzonte. Nulla tange nulla; nella volontà si fugge incontro al destino. Casualmente, le due volontà coincidono, la singolare e l’universale, ma senza tangersi l’un l’altra: proseguono soliste nel gioco binario della loro sterminata apocalisse.

Ora, quando parlo della mia volontà, di cosa parlo esattamente? È uno spazio sorgivo di rose intelligenziali, fatto di tenui sfumature d’incanto, positura cromatica di solitaria armonia.

Il mio spazio è il luogo ove avviene la tenerezza.

E dove v’è tenerezza, non v’è alcun senso da cercare, vi sono solo sensi, sensazioni, sensualità.

La mia tenerezza è una carezza che avvolge l’universo da-per sempre: nell’amore, trova il suo compimento, il suo senso della direzione ossia la sua direzione sensuale (stiamo giocando tra corporeità e filosofia). Sentire una direzione, trovarla, volerla: nulla più. Sentimento. Sentimento a punta di lancia, come le parole della poesia, de-liranti ossia fuor di lirica (giocando un po’ con le licenze poetiche). Il sentimento degli amanti è fuori dalla lirica dei significati. La tenerezza non ha significato. Incondizionata, fertile come un campo non adibito all’umano, palmare, essenziale come acqua specchiata in superficie, avviene e nulla più. Fa scendere fragili, ritmate, le lacrime d’ogni tempo s’una tela bisticciata di colori al colare del tramonto, dipinge, sfuma l’immagine nel vago, adora foscamente, e quando appare sonnecchia signorile tra le vertebre del riso, soffia dalle narici un vento che fa tornare bambini. Sublimazione della brama, sfinimento notturno in fiorire di rugiada sotto l’alba agrumata. Evento romantico delle atmosfere subliminali, delle camerette a lumi svitati, dei prati di condensa sui baci della tenebra, e soprattutto delle ragazze sognanti in vestaglie improvvisate a fiori dietro le finestre del loro umore serale.

La tenerezza è una patria, una patria celeste: non produce significato, lo può solamente ospitare.

La tenerezza è il cuore fanciullo che sa già di essere padre al mondo.

L’articolo è soggetto a Copyright© secondo la Legge 22.04.1941 n. 633 (Legge sulla protezione del diritto d’autore), per maggiori informazioni consultare Termini e condizioni.

Un commento

  1. Cristiana

    Altro eccellente scritto. Altre note toccanti. Troppe persone hanno ucciso la tenerezza. Assassini di una formica colorata che non può più vivere.
    Complimenti all’ autore, bellissimo scritto.
    Cristiana Zarneri

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