Il bambino che è in noi non sa aspettare. Fa i capricci, punta i piedi e, come un piccolo tiranno, vuole tutto subito. Per lui il tempo non esiste e non accetta insensati tempi morti. Quando il nostro Bambino non parla con il nostro Sé adulto allora si crea una distanza temporale che sfocia nella fobia dell’attesa. Arriviamo addirittura a pensare che l’attesa sia una punizione contro di noi. In più, quando aspettiamo qualcosa, anche noi facciamo aspettare qualcuno. Per una legge del contrappasso, ciò che subiamo, per una sorta di rivalsa, la facciamo subire anche agli altri. Se odiamo i ritardatari allora facciamo attendere a nostra volta l’Altro. La Natura, al contrario nostro, non conosce l’attesa. Agisce quando vuole e non mostra indecisione. Sa esattamente cosa vuole e quando attuarlo.
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