I cristalli hanno sempre affascinato scienziati e filosofi, da Aristotele a Platone, con i suoi cinque famosi solidi, riflesso della perfezione divina, passando per Hegel che vedeva, in essi, qualità intellettive di conoscenza del mondo, fino ad arrivare ai moderni cristallografi. La loro forma esterna è copia di quella interna, un reticolato molecolare armonico. Tuttavia, osservati al microscopio, rivelano imperfezioni, bolle, crepe, macchie, tali da renderli unici e non replicabili – pensiamo ai cristalli di neve. È proprio dalla loro asimmetria estetica intrinseca che nasce la loro bellezza. Sono speciali e affascinanti proprio perché irregolari. Noi uomini, che crediamo che la perfezione sia esempio di divinità, forse dovremmo imparare dai cristalli, tanto belli quanto imperfetti.
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