La ragione: Kant vs Schopenhauer

L’esistenza dell’uomo è più dolorosa rispetto a quella degli altri esseri viventi, perché, nella sua tendenza all’auto-affermazione, non è dotato solo di intelletto ma anche di ragione.

La ragione, che da Kant era stata portata in tribunale e ne era uscita trionfante, capace di contenere entro i propri confini (ma non in quelli dell’intelletto) le cosiddette idee trascendentali; per Schopenhauer risulta essere un’amara condanna.

La ragione, per Schopenhauer, è la possibilità di rappresentarsi eventi passati e futuri e di andare al di là dell’immediato (di ciò che è conoscibile attraverso le forme di spazio, tempo e causalità). Se da un lato questa possibilità permette all’uomo di essere in cima alla gerarchia delle specie viventi, dall’altro è la causa di molti suoi tormenti.

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5 commenti

  1. La consapevolezza di essere non eterni e suscettibili allo scorrere del tempo sconvolge la ragione che ci vorrebbe infiniti e perfetti. La ragione, credo, definisce chi vorremmo essere e non sempre, chi siamo.
    Bella riflessione comunque.

    • Grazie di cuore per il commento.
      Mi ha sempre colpito la definizione di ragione come “facoltà discorsiva dell’anima”, perché quel “discorsiva” oltre ad alludere al fatto che essa ragiona, cioè deduce una cosa da un’altra, compone e scompone le idee; per me, significa anche un po’ “narrativa”. La ragione ha una grande capacità di narrare, e quindi, sì, sicuramente spesso definisce chi vorremmo o non vorremmo essere, e non chi siamo!

      • La forma dialettica dell’anima ci rende umani. Il nostro discorso interiore ha creato miti e storie. E l’uomo è fatto di storie, perché nelle storie trova se stesso, da sempre e per sempre.
        Grazie a te.

  2. Secondo Schopenhauer per accedere alla conoscenza della cosa in se dobbiamo usare non la ragione ma l’intuizione. Per mezzo di essa possiamo pervenire al principio della realta la volonta secondo la quale tutti gli esseri viventi sono aminati dalla volontà di vivere. Tale dinamismo vitale si manifesta nella decisione di soddisfare i bisogni. Grazie al soddisfacimento dei bisogni possiamo mantenerci in vita. Siamo nella costante ricerca di soddisfare i bisogni poichè abbiamo il bisogno di eliminare il dolore derivante dallq mancanza. Di solito Siamo sofferenti quando ci manca qualcosa a cui vogliamo in tutti sensi colmarla. Quando abbiamo soddisfato quel bisogno sorge la noia da cui poi genererà nuovamente il bisogno per superare quella fase di noia. In una prospettiva del genere la vita è una tragedia.
    Ripredendo le tue parole quando facciamo analisi introspettiva su noi stessi scopriamo il tragico lato della esistenza iniziamo a capire il tormento di questa vita. Come possiamo uscire da questa situazione di tormento?

    • Ti ringrazio per questa riflessione.
      Saper rispondere alla tua domanda significherebbe conoscere il segreto per la felicità, e ahimè non lo conosco. Non credo ci sia un modo per uscire da questo circolo vizioso, perché l’essere manchevoli e bisognosi è in qualche misura proprio l’essenza dell’uomo, a mio parere.

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